Dopo aver per caso e sottolineo per caso visto un link che diceva che si può creare un blog gratuitamente, ho passato le ultime tre ore a ingegnarmi qualcosa e a sperimentare...
e ho così dimenticato di fare due cose importantissime che avevo in progetto di fare stasera simultaneamente:
- studiare Diritto Processuale Civile Progredito
- guardarmi la prima puntata della nuova trasmissione di Fazio su Rai3
sicuramente in questi giorni me la riguarderò online da qualche parte e posterò le mie riflessioni sulla puntata che si è presentata come una novità, che forse può farci ricredere sul nostro servizio pubblico...
Mentre scrivo sento la voce della Marcuzzi col suo GF (ma fino a che numero dobbiamo arrivare? ormai per indicare gli anni non si dirà più 1989 1995 2001, bensì 'sai io sono nato nel GF4' oppure 'nel GF6 mi sono iscritto all'Università' o 'nel GF12 ci sposeremo!' )
Domani, non so a che ora mi sveglierò... ma spero sia in tempo per prendere il treno e arrivare a lezione in orario.... mi sentirò un pò plebeo a utilizzare un mezzo pubblico... ma d'altronde pago anche io le tasse (a cominciare da quelle universitarie) e quindi sono legittimato attivamente a salire sul treno!
Per ora termino qui il mio primo vero post!
il nome del post 'Essere un TamBuro' mi ricorda mille cose e chi mi conosce sa quanto mi piace dire tamburo alle persone, l'accezione non è negativa, ma di certo non è tra i complimenti più auspicabili
Ahhh per chi non se ne fosse accorto, i pesciolini sopra hanno bisogno di mangiare e per dargli da mangiare (gratuitamente) basta cliccarci sopra col mouse e loro saranno felici!!!!
RispondiEliminaDa bravo ho dato da mangiare ai tuoi pesci. Tamburo.
RispondiEliminaMa quali Pesci?
RispondiEliminaPure io ho dato da mangiare ai pesci!! Carini!! Però mi sembrano insaziabili!!
RispondiEliminaTornando all'argomento centrale del post, vorrei proporvi una sconosciuta poesia di José João Craveirinha (Lourenço Marques, 28 maggio 1922 – Maputo, 6 febbraio 2003), considerato il maggior poeta mozambicano.
Il titolo di tale opera è appunto: Voglio essere un tamburo.
Il tamburo è stanco di gridare
oh vecchio Dio degli uomini
lascia che io sia un tamburo
anima e corpo, solo un tamburo
solo un tamburo per gridare nella notte calda dei tropici.
Non un fiore nato nella foresta della disperazione
né un fiume che scorre verso il mare della disperazione
né una zagaglia temperata nella fiamma viva della disperazione
nemmeno una poesia forgiata nel dolore acceso della disperazione.
Né niente!
Solo un tamburo stanco di gridare alla luna piena della mia terra.
Solo un tamburo di pelle essiccata al sole della mia terra.
Solo un tamburo scavato nei tronchi duri della mia terra!
Io!
Solo un tamburo che rompe il silenzio amaro della Mafalala.
Solo un tamburo stanco di sanguinare nel batuque del mio popolo.
Solo un tamburo perso nell'oscurità della notte smarrita.
Oh vecchio Dio degli uomini
io voglio essere un tamburo
non un fiume
né un fiore
né una zagaglia per ora
e nemmeno una poesia.
Solo un tamburo che echeggia la canzone della forza e della vita
solo un tamburo notte e giorno
notte e giorno solo un tamburo
fino alla fine della grande festa del batuque!
Oh, vecchio Dio degli uomini
lascia che io sia un tamburo
solo un tamburo!
La tua culturaggine mi lascia perplesso, mi sento quasi un Tamburo...
RispondiEliminaI pesciolini devono mangiare ogni giorno!
La poesia che hai postato è davvero significativa,
in particolare ho apprezzato il passo:
Oh vecchio Dio degli uomini
io voglio essere un tamburo
non un fiume
né un fiore
né una zagaglia per ora
e nemmeno una poesia.
Sarà degno di un post a se stante!
Grazie
Sapevo che l'avresti apprezzata!! :D
RispondiEliminaE così facendo ho arricchito con un pizzico di cultura me stesso, te e chiunque altro leggerà!!