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venerdì 12 novembre 2010

Crisi di Governo. E se andasse a finire così? (da Agoravox)

Quando le cose si ingarbugliano la politica è maestra nel proporre soluzioni strampalate. Proviamo a fotografare la situazione politica e ad azzardare una tra le tante ipotesi di possibile sbocco.
Crisi di Governo. E se andasse a finire così?
Abbiamo un governo in crisi. Il parlamento sembra incapace, probabilmente perché i partiti sono tutti (ad esclusione forse della Lega e dell’IDV) atterriti dalle elezioni e dai possibili bagni di sangue che potrebbero scaturire dalle urne.
La via maestra, che non può che essere la sfiducia e il ricorso al voto, è una decisione che, come la ragazza dalle belle ciglia, tutti la vogliono ma nessuno la piglia. 
D’altro canto sembra essere piuttosto remota l’ipotesi che il Presidente della Repubblica avalli un governo di coalizione, composto da partiti che, oggettivamente, non sono stati legittimati a governare nelle recenti consultazioni e che per di più sono espressione d’indirizzi politici del tutto eterogenei tra di loro. Inoltre Napolitano si preoccupa della finanziaria. 
Chi si facesse attrarre dalle “sirene” della grande coalizione alla “volemose bene” sa che questa soluzione offre il fianco alle scontate accuse di caduta nelle grinfie delle categorie del “ribaltone” e “dell’inciucio”. D’altra parte l’eventuale ricorso ad elezioni anticipate rischierebbe di produrre un parlamento non molto dissimile da quello attuale, il che davvero di farebbe precipitare definitivamente il paese nell’ingovernabilità, nel caos e nella crisi economica.
Oggettivamente il nodo è tutto interno all’ex maggioranza, c’è chi dice che le motivazioni siano da ascrivere a motivi ideali, ma più probabilmente anche per meno nobili interessi personali e rivalità amplificate da coinvolgimenti famigliari.
I parlamentari tutti, e in particolare quelli che rischiano seriamente di restare a casa, sono pronti a sottoscrivere qualunque soluzione di compromesso che consenta loro di salvare la faccia ma, soprattutto quella parte del corpo che si adagia sulle comode panche del parlamento, e il relativo congruo compenso. 
Qualche partito di dimensione minore scalpita, ovviamente sotto sotto, per entrare a far parte del gotha con un ministero e un paio di sottosegretariati, e quindi potrebbe allargare la base della maggioranza.
Possibile che ripicche o personalismi possano arrivare alle estreme conseguenze? E' evidente che Berlusconi, sia pure confortato dai suoi sondaggi, rischierebbe la leadership. Fini potrebbe non raggiungere il quorum necessario ad entrare in parlamento (specialmente in Senato) e potrebbe entrarci con truppe poco più che simboliche. 
Vogliamo proprio escludere che, mandati gli opportuni segnali a Napolitano in via preventiva e dopo aver avuto il sofferto consenso del Presidente anche in relazione alla necessità di assicurare la guida del paese in occasione della finanziaria, Berlusconi salga al Quirinale per presentare le dimissioni solo dopo aver avuto la certezza di ricevere il contestuale reincarico a formare un nuovo governo che accetterebbe senza riserve?
Se il suo tentativo non ottenesse la fiducia verrebbe comunque designato a gestire il governo in vista delle elezioni.
La diatriba finirebbe a tarallucci e vino, Berlusconi resterebbe in sella e si assicurerebbe una più “comprensiva” valutazione dei suoi guai giudiziari, Fini potrebbe fregiarsi del titolo di salvatore della patria ed allontanerebbe da sé l’amaro calice del “giuda”. Qualcuno potrebbe accettare obtorto collo (!) di entrare nel governo “nell’esclusivo interesse del paese”... I parlamentari che rischiano di non essere rieletti potrebbero apprestarsi a gustare il tradizionale panettone, in occasione del Santo Natale, con maggiore serenità.
E il cerino? Quello resterebbe in mano a chi, piuttosto che sulle proprie forze e sulla coerenza delle proprie idee, si è illuso di far cadere il governo contando su alleanze strane.
Abbiamo solo fatto un'ipotesi. Sarebbe uno schifo? Forse sì, ma questo è un altro discorso.


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